Anche quest’anno la relazione presentata a Rimini da Edo Ronchi presidente Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile nell’ambito degli Stati generali della Green economy ha aggiornato l’analisi delle tematiche strategiche della green economy in Italia: le emissioni di gas serra, l’efficienza e il risparmio energetico, le fonti rinnovabili, l’economia circolare, l’ecoinnovazione, l’agricoltura di qualità ecologica, il capitale naturale e la mobilità sostenibile. In attesa di poter verificare gli effetti dell’applicazione dell’Accordo di Parigi del 2015, è stata registrata una situazione di stallo con possibili tendenze al peggioramento delle emissioni di gas serra in Italia: dopo l’aumento del 2015 si è registrato un calo delle emissioni di CO2 nel 2016, ma le previsioni formulate per il 2017 sembrerebbero indicare un nuovo aumento, in particolare nel settore elettrico. Questo avrebbe visto tornare a crescere le emissioni specifiche di CO2, in calo da anni, passate dal 2014 al 2016 da 309 a 330 gCO2/KWh nel 2016 e i dati del primo semestre del 2017 mostrano un ulteriore peggioramento. “Di certo politiche e misure più incisive
necessarie per attuare l’Accordo di Parigi ancora non si vedono. Gli impatti del cambiamento climatico in Italia invece sono rilevanti e in peggioramento: nel 2017 abbiamo avuto un’ondata di siccità e di calore preoccupante e in autunno nubifragi che hanno prodotto danni rilevanti in diverse località. In occasione della giornata mondiale dell’acqua, il 22 marzo 2017, l’Istat ha documentato che i nostri ghiacciai alpini negli ultimi 40 anni hanno già perso quasi la metà dei propri volumi.” Viene sottolineato nella relazione. Relazione, giunta alla sua terza edizione, che rimarca come i consumi energetici dopo un lungo periodo di calo – dovuto anche alla recessione economica oltre all’aumento dell’efficienza energetica e alle misure di risparmio – nel 2015 e nel 2016 hanno ripreso ad aumentare, in particolare quelli di gas. I recensori giustamente ricordano come” Il Piano nazionale per l’efficienza energetica del 2014 indicava come obiettivo di riduzione dei consumi energetici tra il 2011 e il 2020 di 15,5 Mtep: al 2015 il risparmio conseguito è stato di 6 Mtep, circa il 40% del target in cinque anni.” Ciò significa che con i trend attuali sarà oggettivamente molto difficile raggiungere gli obiettivi di risparmio energetico fissati al 2020. Terziario e trasporti risultano essere i settori su cui sono stati conseguiti risparmi certamente insufficienti, mentre anche grazie al meccanismo delle detrazioni fiscali (da cui si vorrebbero ora praticamente escludere i serramenti che da soli hanno contribuito nell’ultimo triennio ad oltre il 40% del risparmio conseguito dagli interventi di efficientamento energetico) decisamente migliore risulta essere la performance conseguita nel residenziale, con un target 2020 che non sembra così lontano ( 80% già raggiunto).