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Detrazioni serramenti: FINCO ipotizza applicabilità “doppio binario”

Per i serramenti ( ma non solo) si potrebbe ipotizzare una maggiore aliquota di detrazione o un minore tempo di recupero fiscale nel caso in cui gli interventi vengano eseguiti in conformità alla norma UNI 11673

Detrazioni serramenti: FINCO ipotizza applicabilità “doppio binario”Sul prossimo numero di “Serramenti Design e Componenti“, all’interno della rubrica Linea diretta, vengono riportate le valutazioni espresse da Angelo Artale, direttore generale  Federazione Industrie Prodotti Impianti Servizi ed Opere Specialistiche per le Costruzioni (FINCO) su quanto indicato anche per le detrazioni in edilizia dal testo il dl Bilancio 2025 che stando alla tabella dei lavori dal 16 dicembre sarà in discussione alla Camera dei Deputati e sul quale il Governo porrà poi la questione di fiducia una volta arrivato al Senato.

Di seguito ne riportiamo il passaggio relativo ad una ragionevole ipotesi formulata per la definizione delle detrazioni:

…Per quanto riguarda in particolare l’installazione dei componenti che hanno assorbito la maggior parte delle risorse nell’ambito dei bonus, come i serramenti, si potrebbe pensare a un doppio binario con un recupero della detrazione in 3 anni (o in 5 o 10, a scelta del contribuente) per interventi fino a 20mila euro, e un recupero in 10 anni per interventi fino all’importo massimo attualmente previsto di 60.000 euro.

In merito alla trasmittanza termica, che i serramenti devono garantire, il problema, in questo momento, è la capacità tecnica dei posatori che incide molto sulle prestazioni di questi ultimi, ma anche dell’intero involucro nei casi di ristrutturazione integrale. Per questa ragione si potrebbe ipotizzare una maggiore aliquota di detrazione o un minore tempo di recupero fiscale nel caso in cui gli interventi vengano eseguiti in conformità alla norma UNI 11673 parti 1,2,3,4.

Gli incentivi per “finestre comprensive di infissi” andrebbero a nostro avviso mantenuti al 50% come gli incentivi per schermature solari.

Dovrebbero essere previsti incentivi per impianti e sonde geotermiche, così come per la riduzione dei consumi idrici e la raccolta di acque meteoriche; in linea con gli obiettivi del green deal è anche l’incentivazione a installare/ sostituire sistemi di contabilizzazione di acqua e calore laddove eliminare i bonus, significherebbe andare incontro alla mancata sostituzione dei ripartitori e dei contatori di calore obsoleti, con funzione divisionale, e mettere peraltro a rischio le corrette transazioni commerciali, stante che ad oggi, non c’è certezza di corretto funzionamento dei ripartitori e dei contatori di energia termica con funzione divisionale più obsoleti – e le insegne luminose a basso consumo.

Detrazioni e deterrenza verso il “nero”

Considerando la condivisibile scelta di privilegiare le prime case, in un’ottica di attenzione agli oneri per la finanza pubblica – e purtroppo anche la riduzione nel tempo, senza tuttavia ulteriori decalage, dal 50 al 36% (non al 30%, percentuale che avrebbe, tra gli altri, un effetto non deterrente verso il nero) per le ristrutturazioni edilizie – l’incentivo andrebbe stabilizzato al 50% per le riqualificazioni energetiche, anche delle seconde case e degli altri immobili.

Se si vuole avere un minimo di chance rispetto agli obiettivi comunitari, il relativo limite di spesa per intervento, ora rimasto a 96.000 euro, pur decrementato nel tempo, dovrebbe essere superiore a 48.000 euro anche dopo il triennio...”

 

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