Presentato presso la sede ANCE a Roma, l’Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni 2025. Ad aprire i lavori il vice presidente, Piero Petrucco che ha ribadito l’importanza del ruolo rivestito dal settore delle costruzioni, filiera che ha trainato la crescita del Paese, raggiungendo risultati anche importanti a livello europeo:” Direi che gli ultimi 3 anni sono stati anni molto interessanti per il nostro settore grazie alla combinazione di due diverse situazioni: il grade periodo di sviluppo della riqualificazione del settore privato e, soprattutto nell’ultimo anno, gli affetti di quello che il PNRR ha portato.
La combinazione di questi due effetti ha portato un irrobustimento delle imprese di settore sia dal punto di vista patrimoniale che economico.
Adesso ci troviamo difronte ad un settore meglio posizionato dal punto di vista della consistenza a valle di un decennio di grandissime difficolta che ha anche visto il dimezzamento del numero di occupati che in buona parte abbiamo ora recuperato.”
A declinare i motivi di crescente preoccupazione per l’andamento del mercato dell’anno in corso ed il prossimo ci ha “pensato” di Flavio Monosilio, il Direttore del Centro Studi ANCE, che ha illustrato i dati dell’Osservatorio: l’aumento delle opere pubbliche non ha compensato il calo dell’edilizia privata e per il 2025 è atteso un ulteriore rallentamento. I dati indicano -5,3% nel 2024 rispetto all’anno precedente nonostante il +21% delle opere pubbliche. E le attese per il 2025 sono di una nuova flessione del 7%, malgrado il +16% delle opere pubbliche per effetto del PNRR.
Risultato e fortemente influenzato dal mancato apporto della manutenzione straordinaria abitativa, in significativa riduzione del -30,0% su base annua, conseguenza diretta dell’ulteriore rimodulazione delle aliquote fiscali.
Rimandandovi ad uno dei prossimi numeri di “Serramenti Design e Componenti” per le tante analisi di dettaglio contenute nell’Osservatorio 2025 , Federica Brancaccio – presidente di ANCE – a rimarcato come a fronte dell’atteso crollo degli investimenti in riqualificazione il biennio 2025-2026, dovrebbe vedere ancora più forte il contributo del Piano europeo che, per il suo completamento richiede la realizzazione di circa 54 miliardi di euro di investimenti in opere pubbliche.
Anche nel 2027, è probabile che le opere possano beneficiare di un “effetto trascinamento” del PNRR per il completamento degli interventi, in parte finanziati dalle risorse europee, ancora in corso di realizzazione ma “a partire dal 2028, invece, si apre un periodo di grande incertezza. Le stime indicano che il PNRR, negli anni di massima realizzazione, peserà circa il 30% dell’intero comparto delle opere pubbliche e che, al termine del Piano, se non verranno adottate misure adeguate, il mercato rischia di tornare ai livelli del 2011, nel pieno della crisi delle costruzioni”.
Trend confermato anche dalla relazione di Sauro Mocetti, del Dipartimento di Economia e Statistica della Banca d’Italia: “oltre i 2/3 delle risorse da mettere a gara sono state bandite e il 70% dei bandi finanziati o co-finanziati con il PNRR è stato aggiudicato. Tra quelli aggiudicati, nel 55% dei casi sono stati avviati i lavori, che proseguono mediamente bene. Qualche difficoltà si riscontra, invece, per i cantieri che fanno riferimento a bandi più grandi”.
Ma è la prospettiva del post-PNRR ha preoccupare maggiormente Federica Brancaccio che a commento dell’Osservatorio invita a guardare avanti: “C’è tanto da fare per questo Paese, c’è l’emergenza della casa, c’è da intervenire sul nostro fragile territorio, bisogna mettere in campo tutte le azioni necessarie per contrastare i cambiamenti climatici e continuare su quel processo di ammodernamento sostenibile del Paese che il Piano europeo ha avviato ma non completato”.
Dopo aver ribadito ed articolato la necessità di rispondere alle emergenze del Paese e a tutte le sfide che l’Europa ci pone (messa in sicurezza del territorio, riduzione delle emissioni inquinanti, attraverso la riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare, ammodernamento infrastrutturale delle reti, un’offerta abitativa accessibile), Federica Brancaccio ha poi illustrato il documento di proposte, elaborato da ANCE e Confindustria, sull’emergenza abitativa e il Piano Casa: “Se vogliamo un Paese socialmente coeso, sano, inclusivo, dobbiamo affrontare e risolvere il problema dell’accesso alla casa: è necessario individuare soluzioni abitative per i lavoratori e per le famiglie, così da soddisfare il bisogno strutturale di alloggi a un costo sostenibile per le diverse categorie di redditi”.
I pilastri su cui si basano le proposte sono 3:
1) semplificazioni urbanistiche e amministrative
2) misure fiscali
3) sviluppo di strumenti finanziari e di garanzia che rendano possibile la partecipazione all’investimento dei privati.
I lavori di presentazione dell’Osservatorio 2025 si sono conclusi con l’invito della Presidente Brancaccio alla resilienza: “un concetto che abbiamo imparato a conoscere con il PNRR. Abbiamo capito che quando un Paese crea ricchezza, determina la serenità dei cittadini, perché saranno parte integrante del circuito sociale ed economico.
Il PNRR ha introdotto un nuovo modo di valutare i programmi di investimento e la loro efficacia, non strettamente legati esclusivamente alla capacità di spesa di un’amministrazione. Ha provocato un cambio culturale epocale per la nostra Pubblica Amministrazione. Adesso dobbiamo estendere questo approccio anche ai programmi di investimento che l’Europa ha deciso di perseguire e che ritiene vitali per la tenuta della nostra Unione: la riqualificazione immobiliare, l’ambiente, l’accesso alla casa”.