Meno visitatori dichiarati dall’organizzazione rispetto alla scorsa edizione (circa 4mila), un numero leggermente maggiore di aziende espositrici (oltre 400) ma con un ricambio di espositori commercialmente più verticalizzato sul territorio locale, spazio stampa eliminato e nessuna possibilità di seguire la manifestazione online.
Questi i cambiamenti immediatamente riscontrabili a Klimahouse 2025 che si chiusa a Bolzano lo scorso 1° febbraio.
Che dopo 19 edizioni la manifestazione avesse bisogno di un rinnovamento era un imperativo sia perché da plus distintivo, l’edilizia sostenibile è oramai diventato un fattore comune a tutte le fiere di settore, sia per eliminare quell’effetto “abitudine” che ha caratterizzato le ultime manifestazioni, ma da quanto visto girando nei corridoi dei padiglioni della 20esima edizione se si voleva puntare sulla maggiore diffusione e internazionalizzazione – come suggerisce la 1° edizione programmata in Germania – il risultato dei cambiamenti attuati sembrano andare in direzione opposta con la sola eccezione del Congress sempre organizzato in collaborazione con l’Agenzia CasaClima.
Troppo poco, a nostro giudizio, se si aspira a tornare ad essere l’antenna di indirizzo tecnologico a livello internazionale. Apprezzabile, invece, l’accordo di collaborazione stabilito tra CasaClima e GBC Italia la cui firma da parte di Ulrich Santa (D.G. Agenzia CasaClima) e Fabrizio Capaccioli (presidente GBC Italia) della lettera di intenti è stata “celebrata” nell’evento di apertura e l’ulteriore focalizzazione delle tematiche legate al legno.
Un bell’esempio è stata l’illustrazione del progetto “Centro Anck’io” di Antonio Ravalli Architetti e Giorgio Nicolò, tra i vincitori del premio Wood Architecture Prize 2025.
L’utilizzo del legno è indiscutibilmente importante per raggiungere l’obiettivo UE di neutralità in termini di emissioni di carbonio entro il 2050. Per questo all’edizione 2025 sono stati tanti i progetti presentati e, come hanno sottolineato Guido Callegari del Politecnico di Torino e Mauro Frate dello IUAV di Venezia, “la qualità quest’anno è stata decisamente alta. Da quando il Wood Architecture Prize è stato istituito tre anni fa, sono state tante le candidature ricevute: questo è sinonimo di una recezione positiva da parte di tutti i professionisti del settore che vedono il legno come un materiale rigenerabile e di alto pregio che si inserisce perfettamente nell’architettura contemporanea”.
Il legno è stato anche uno dei protagonisti dei 5 Tours, organizzati in collaborazione con la Fondazione Architettura Alto Adige e Rudi Zancan. Altro significativo momento ha riguardato le Startup di cui le 5 selezionate dal Polihub e arrivate in finale, si sono sfidate davanti ad una giuria composta da esperti del settore.
A vincere è stata BioTitan Nanotechnology, la startup che sviluppa famiglie di prodotti nanotecnologici per materiali indoor e outdoor.