Se si considera che l’acciaio di provenienza Ue potrebbe subire un ulteriore penalizzazione dai nuovi dazi USA, il 10% di calo registrato nel 2024 dalle esportazioni italiane (prodotti della siderurgia, tubi e altri prodotti della prima trasformazione) rilevato dall’Ufficio Studi siderweb attraverso la rielaborazione dei dati ISTAT, potrebbe risultate solo l’inizio di una nuova fase negativa annullando i timidi segnali positivi registrati in questi primi mesi del 2025 che seguivano i due anni consecutivi di crescita seguiti al crollo del 2020 (-20% nel 2020, +51,7% nel 2021 e +23,8% nel 2022).
Tuttavia, considerando che in valore le esportazioni sono diminuite in misura analoga a quello delle importazioni (le importazioni superano l’export acciaio di 5,5 milioni di euro) le prospettive che si delineano per quanto negative non prospettano la un possibile nuovo tracollo. Sempre molto interessante il dettaglio elaborato relativo ai dati per provincia, dettaglio che rileva una classificazione rimasta pressoché invariata rispetto al 2023: al primo posto c’è ancora la provincia di Brescia, seguita da Udine e Mantova.
Stando ai dati resi noti, Brescia ha venduto fuori dall’Italia acciaio per 1,88 miliardi di euro, con un calo del 16% rispetto al 2023 e una quota di mercato è del 9%. Le cinque principali destinazioni delle esportazioni bresciane sono Germania (419,8 milioni di euro), Francia (258 milioni), Svizzera (165,1 milioni), Spagna (95,7 milioni) e Polonia (89,6 milioni).
Al secondo posto risulta esserci ancora Udine, con un controvalore di 1,85 miliardi di euro e una quota di mercato dell’8,9%. Dato che la provincia friulana ha ridotto le vendite in misura minore rispetto a Brescia, la distanza tra le due aree è passata da 134,4 milioni di euro nel 2023 a 29,3 milioni l’anno scorso. I cinque Paesi che hanno acquistato più prodotti siderurgici da Udine sono stati Germania (287,9 milioni di euro), Cechia (198,4 milioni), Austria (170,0 milioni), Polonia (149,0 milioni) e Ungheria (111,7 milioni). Questi Paesi, sommati, coprono una quota di mercato del 49,4%.
La provincia di Mantova, infine, ha esportato prodotti siderurgici per un valore di 1,62 miliardi di euro, con una diminuzione del 5,1% rispetto al 2023. La quota di mercato è salita al 7,7%. I cinque Stati che hanno comprato più acciaio da Mantova sono Germania (442,6 milioni di euro), Francia (132,9 milioni), Spagna (114,3 milioni), Austria (113,4 milioni) e Polonia (100,1 milioni), che hanno coperto una quota di mercato sull’export mantovano del 56,3%.
Quanto a Taranto (sede di Acciaierie d’Italia), la provincia è scesa dal 20esimo al 37esimo posto. Il suo export in valore è passato dai 362 milioni di euro del 2022, ai 281 milioni del 2023, ai 70,3 milioni di euro del 2024 (-75%), con una quota di mercato dello 0,3%.
Terni (sede di Arvedi Ast) ha guadagnato una posizione, salendo alla nona con un export acciaio di 943 milioni di euro (+5,1%).
Livorno (dove a Piombino opera JSW Steel Italy) è rimasta fuori dalla top 20. Dopo un calo dell’export del 60,6% fatto registrare nel 2023 rispetto all’anno prima, nel 2024 si è fermata a 197,84 milioni di euro (-9,4%), con una quota di mercato dello 0,9%. Si trova in 23esima posizione.come i primi 20 poli siderurgici nazionali hanno esportato acciaio per 17,4 miliardi di euro, con una quota di mercato dell’83% e una diminuzione leggermente superiore al totale nazionale (-10,3%). La top 10 ha fatto registrare un andamento lievemente migliore: -9,2% con una quota del 64,3%. Si conferma la predominanza delle province lombarde.
Variazioni negative significativamente più alte della media sono state registrate dai poli di Genova (-28,3%), che ha perso una posizione; Verona (-25%), stabile all’11esimo posto; Ravenna (-22,7%), rimasta al 12esimo posto.