Presentato dalla Commissione UE il 19 Marzo, il Piano Europeo per l’Acciaio e i Metalli annuncia l’intenzione di valutare misure restrittive per l’esportazione dei rottami già nel terzo trimestre di quest’anno avendo come esplicito obiettivo quello di garantire la disponibilità di rottami all’interno del territorio unionale lasciando quindi intendere che questo provochi una carenza di rottami rispetto alla esistente domanda.
Supposta carenza che Assofermet indica non essere reale sottolineando come: “Il Piano presentato, pur ammettendo che in Europa la domanda di rottami ferrosi (acciaio riciclato) è nettamente inferiore all’attuale disponibilità, valuta l’opportunità di introdurre misure commerciali per trattenere l’attuale eccedenza in territorio europeo, ignorando completamente le rigidissime limitazioni già inserite nella Waste Shipment Regulation, pubblicata ad Aprile 2024, e senza identificare strumenti concreti per incentivare le produzioni di acciaio verso un maggiore utilizzo di acciaio riciclato.
Affermare, quindi, che stiamo assistendo ad una fuga dei rottami è una falsa narrativa. Ogni anno il settore del riciclo, recupera oltre 100 milioni di tonnellate di acciaio riciclato, di cui solo l’80% viene utilizzato all’interno della UE. Il restante 20%, pur essendo disponibile sul mercato interno, non trova acquirenti e rimane una risorsa inutilizzata.
Non siamo, pertanto, di fronte ad uno “scrap leakage”, come affermato dalla Commissione. Al contrario, la collocazione di questi materiali all’estero, in costante esubero per via del cedimento strutturale della produzione UE, rappresenta un perno fondamentale dell’economia circolare dell’Unione, che esprime una grande capacità di raccolta e riciclo, ma non trova piena sostenibilità interna da parte dei produttori UE.”
Inoltre, l’associazione di categoria che rappresenta circa 450 aziende attive nel commercio, distribuzione, prelavorazione e trasformazione di rottami ferrosi, sottolinea come il piano non contempla alcuna misura concreta per stimolare i consumi di acciaio e di alluminio che possano aumentare la domanda e, conseguentemente, risollevare i numeri della produzione UE.
Imporre quindi a queste aziende di mantenere sul territorio europeo l’eccedenza di gettito di rottami ferrosi attualmente non assorbita dalla siderurgia UE, avrebbe come conseguenza il collasso dell’industria del riciclo, la perdita di posti di lavoro e un impatto negativo sull’ambiente.
“Auspichiamo, pertanto – viene riportato a chiusura del comunicato-, che il Piano venga corretto e integrato con misure concrete di sostegno all’intera Filiera lasciando aperto il dialogo con tutti gli operatori al fine di mettere in atto le misure che aiutino concretamente l’economia circolare e la competitività del settore siderurgico, la cui esistenza era e resta fondamentale per tutti noi.”